Il Barattolo
ASSOCIAZIONE DI COLLEZIONISMO BIRRARIO

Etichette

etichette a tema natalizioIl collezionismo di etichette è sempre stato considerato come la filatelia dei poveri. Sarà, ma il collezionare etichette ha rappresentato per anni il primo modo di collezionare materiale riguardante la "bionda bevanda".
Le prime etichette sono apparse all'inizio del secolo scorso e non sulle bottiglie di birra. Erano le etichette degli sciroppi, dei medicamenti più o meno artigianali, delle "bevande" miracolose degli imbonitori di strada. Oppure decoravano le confezioni dei formaggi come avviene tutt'ora in Francia per quelle che contengono il "camembert".
Allora le bottiglie di birra avevano il tappo a macchinetta e in rilievo, sul vetro, veniva riportato il nome della fabbrica: non si sentiva il problema di dichiarare il contenuto ne tanto meno la data di scadenza.
Le prime etichette sulle bottiglie di birra apparvero in Gran Bretagna. Le birre prodotte dalle birrerie londinesi erano molto apprezzate dalle corte di Russia e le bottiglie avevano etichette bilingui.
La prima etichetta "birraria" italiana pare sia la "Birra Piemonte Port Ale": faceva bella mostra di se sulle bottiglie che uscivano dalla omonima birreria di Cuorgnè nel Canavese, in provincia di Torino. Purtroppo in tutti gli archivi dei collezionisti di etichette non compare alcuna notizia che possa datare con certezza questo raro pezzo.
Ma è in Inghilterra che viene costituito il primo club di collezionisti. A Liverpool negli anni '50 la Guinness sovvenzionò il costituendo Labologist Club dal cui nome derivò "labologia", collezionismo di etichette. Per alcuni anni codificò il raccogliere questo tipo di materiale, provvide alla pubblicazione di cataloghi, a tenere i contatti con tutti coloro che si dilettavano alla ricerca di etichette. Poi, con il passare del tempo, tutto fu travolto dall'ondata dei collezionisti dell'est europeo e fu l'omonimo club di Usti nad Labem, Repubblica Ceca, a dettare legge, a diventare il punto focale del collezionismo ed essere la voce autorevole in merito.
Ma il bello del collezionismo è che ognuno può impostare la propria collezione secondo propri ed esclusivi criteri.
etichette a tema navaleHo visto collezioni conservate in preziosi raccoglitori con diciture brossurate e in vecchie scatole di scarpe, in buste commerciali e in quadernoni scolastici.
Nuove come appena uscite dalla tipografia o staccate dalle bottiglie appena svuotate.
Suddivise per nazioni, regioni, città.
Solo di quella particolare birreria oppure solo di quel tipo di birra.
Come si vede la "labologia" dà spazio all'immaginazione di ognuno di noi, la propria fantasia.
Così come sono fantastici i disegni dei grafici delle etichette dei primi del secolo come le russe antecedenti la rivoluzione di ottobre, dei disegni di quelle africane o asiatiche. Ci sono le immagini di alcune etichette di strani paesi australi che ti fanno sognare grandi spazi e immense spiagge di sabbia soffice, di uccelli variopinti, di paesaggi esotici. Le vecchie sudamericane dai disegni barocchi, liberty, floreali e dai colori intensi o le nordamericane dai colori sgargianti.
Aprire un raccoglitore è come immergersi in un grande boccale di spumosa bevanda. E' un modo di collezionare indicato per coloro ai quali il dottore ha vietato di bere la birra.
L'unico problema è la quantità di materiale reperibile: è tanto, tantissimo, per questo molti si specializzano in particolari soggetti.
Una collezione di solo tedesche raggiunge seimila pezzi in poco tempo, così come per la Gran Bretagna e gli Stati Uniti.
Ricordando che l'etichetta rappresenta la birreria, è il marchio di fabbrica, per questo motivo una nota ditta giapponese alla richiesta di materiale rispondeva: "Siamo spiacenti di non poter soddisfare la sua gradita richiesta, ma l'etichetta rappresenta la nostra birreria: è nata per essere incollata sulla bottiglia e sulla bottiglia deve rimanere..."

Eduardo Ranzoni

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